martedì 28 settembre 2010

Bibliografia mancante e l'intelligenza

In effetti manca la bibliografia. A parte il fatto che me ne ero quasi dimenticato, credo che per come espongo i miei ragionamenti e per le mie molteplici citazioni e riferimenti a precisi testi e precisi autori, la blibliografia sia superflua perché presente nelle note.
La mancanza non riguarda tanto la bibliografia ma l'editing in genere: il libro l'ho impaginato io e ho pensato tutto io, anche la grafica delle immagini e della copertina.
Io immagino i miei scritti come tasselli di un enorme puzzle o, meglio, mosaico, ogniuno dei quali non ha senso se considerato fine a se stesso. Per questo è importante che in ogni ragionamento ci siano precisi riferimenti alle conoscenze che in esso non possono trovare approfondimento.
I primi capitoli sono un po' polemici, ma caro Giuseppe, le polemiche riguardano solo in minima parte Ciro Discepolo, e le considerazioni sulla sua intelligenza riguardano una caratteristica più ampia della mente umana, la quale a detta di molti scienziati e neuroligi ha la caratteristica di selezionare e dividere più che assimilare e unire la coscenza e il sapere. Nel libro cito il neurologo Antonio Rosa Damasio che nel suo libro "emozione e conoscenza" spiega molto bene questa realtà che interessa ogni essere umano.
Nel mio libro spiego semplicemente in che modo la selezione mentele di Ciro Disceplo ha influenzato il suo modo di vedere l'astrologia.
Quando avrai letto tutto il libro, caro Giuseppe, dovrai anche ammettere che ammetto l'importante contributo di Ciro Disceplo e che praticamente faccio pubblicità ai suoi libri, dato che le citazioni che faccio di essi sono poche e a scopo di critica.
Sergio Berti sergio772@live.it

2 commenti:

  1. condivido l'apporto di Discepolo. sì, la bibliografia è come se ci fosse ugualmente grazie alle note a piè di pagina. ho letto le prime 12 pagine e a parte gli ovvi problemi di editing sembra interessante. un osservazione, ma è una cosa di poco conto: pagina 10 scrivi che la peculiarità della kabbalah è contemplare una spiritualità innata. però subito dopo scrivi: PURTROPPO il termine è associato a qualcosa di mistico, occulto, SPIRITUALE, etc.
    non spieghi perchè "purtroppo", e inoltre SEMBRA (ma sicuramente dipenderà dalla costruzione del periodo)che ci sia un contraddizione tra quel che dici prima e quel che specifichi dopo: cioè, prima dici che la spiritualità dell kabbalah è innata, e poi che purtroppo è spirituale. non è un attacco ma solo un modo per spingerti a chiarire nel tuo prossimo libro, proprio come hai richiesto tu stesso. un abbraccio.

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  2. mi è piaciuta tantissimo la frase su Narciso a pag 23. dal settimo al decimo rigo. si, mi piace quel che sto leggendo e certamente stimola la curiosità anche il parallelismo con la tua vita privata.

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